6 giugno 2011
«Santo Padre, il silenzio di Sua Santità è spesso interpretato dalle persone che commettono atti di violenza, tortura e assassinio come un assenso verso le loro azioni… Come per i passi a favore della schiavitù, i versetti della Bibbia a sostegno dell’uccisione di persone che praticano attività sessuali con persone dello stesso sesso non devono essere interpretati letteralmente».
Il Forum europeo dei gruppi cristiani di Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender (che conta 44 realtà di 23 paesi) invierà il dieci giugno una lettera al Papa e la offre in anteprima a Liberi tutti.
Il messaggio di fondo è chiaro, liberatorio, di quelli su cui si può costruire un cambiamento.
I cristiani credenti rifiutano di essere considerati contro-natura, da curare, e tantomeno da compatire. Sono persone che hanno diritto alla felicità e sanno «dare il meglio di sé al lavoro e nel supportare agli altri». Con la missiva si chiede una presa di posizione chiara contro l’omofobia, una condanna degli atti di violenza (come l’uccisione dell’ugandese Kato), la collaborazione per la depenalizzazione degli atti omosessuali a livello mondiale.
Aria nuova all’interno della Chiesa cattolica, come testimonia lo stesso Forum che ha approvato il testo della lettera a fine maggio per inviarlo il dieci giugno da Roma in occasione della conferenza, organizzata da Nuova Proposta all’interno dell’Europride dal titolo: Le persone omosessuali e transessuali e le chiese cristiane in Europa.
Fra i relatori della manifestazione vi sarà John McNeil, uno dei padri fondatori della teologia gay, escluso dall’ordine dei Gesuiti a causa della sua omosessualità. Con questa lettera al Papa i cristiani passano da vittime di paura e disperazione, perché escluse e spesso condannate, a persone che hanno il coraggio di rompere il silenzio.
Tra i punti fondamentali, indicano con nettezza a Benedetto XVI i danni provocati dalle terapie riparative: «Esiste ancora una forma di pressione da parte di alcuni esponenti del clero della Chiesa Cattolica Romana su cristiani Lgbt perché si sottopongano a “terapie riparative” per modificare il proprio orientamento sessuale. Questa strategia della Chiesa e la richiesta alle persone Lgbt di vivere la condizione della castità sono causa di molte tragedie, compresi suicidi e gravi stati di depressione, tra chi tenta di osservare e seguire eroicamente gli insegnamenti della Chiesa».
La richiesta è chiara: «Sua Santità, che non si dia più come indicazione che le persone omosessuali debbano sottoporsi a terapie, ma che piuttosto abbiano diritto ad una vita che prevede anche una relazione affettiva nel segno della fedeltà».
Come risponderà il Papa? Il testo non è di quelli che possono cadere nel vuoto. Il Papa sa che alcune diocesi hanno avviato una pastorale di accoglienza nei confronti dei gruppi gay? Non sono arrivati stop dall’alto, vuol dire che ai vescovi è data sull’argomento discrezionalità? Se il popolo cattolico vedrà nelle chiese lesbiche e gay attivi come tutti gli altri, l’effetto sarà la dissoluzione di parte dei pregiudizi. Tante le novità in merito a omosessualità e fede sulla scena dell’Europride: al pride park di piazza Vittorio la mostra fotografica My spirituality, volti e anime di persone glbt cristiane , scatti di Luca Lo Iacono, testi di Andrea Rubera. Alla parata parteciperanno per la prima volta riuniti dietro lo stesso striscione oltre quaranta gruppi e associazioni di cristiani omosessuali,cattolici ed evangelici, provenienti da Italia, Germania, Spagna, Norvegia, Francia, Inghilterra e dal resto d’Europa.
Il Papa non potrà ignorare i loro volti e le loro parole.
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