La sera di giovedì 14 maggio, durante il corteo della veglia per il superamento dell'omofobia e della transfobia dalla Chiesa del Gesù (Casa Professa) a piazza Pretoria (Palazzo delle Aquile), è venuto a mancare il nostro fratello del Gruppo Ali d'aquila, Nicola D'Ippolito (67 anni), stroncato da un infarto.
La scomparsa di Nicola è una perdita non soltanto per i suoi familiari e amici ma per l'intera città di Palermo, a cui lui ha dedicato la sua intera vita di lotte per i diritti di tutti, non soltanto delle persone lgbt.
Riportiamo qui la meditazione fatta dalla predicatrice valdese Delia Allotta, che Nicola stesso aveva scelto per l'ultimo saluto al suo funerale, svoltosi sabato 16 maggio alle ore 11 presso la Chiesa di San Francesco Saverio a Palermo, che era solito frequentare (e dove ha sede il gruppo Ali d'aquila).
Nicola è stato ricordato l'ultima volta domenica 17 al Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo, ove la giunta presieduta da Orlando ha deliberato l'accesso ai rappresentanti del gruppo organizzatore della veglia per esporre tutta la giornata la grande bandiera arcobaleno lunga 20 metri, usata durante il corteo, con la scritta a lutto:
17 MAGGIO
GIORNATA INTERNAZIONALE
CONTRO L'OMOFOBIA E LA TRANSFOBIA
“CIAO NICOLA”
DISCORSO DI DELIA ALLOTTA AI FUNERALI DI NICOLA D'IPPOLITO
CHIESA DI SAN FRANCESCO SAVERIO, 16 MAGGIO 2015
Salmo 90,1-6«Signore, tu sei stato per noi un rifugio d’età in età. Prima che i monti fossero nati e che tu avessi formato la terra e l’universo, anzi, da eternità in eternità, tu sei Dio.Tu fai ritornare i mortali in polvere, dicendo: “Ritornate, figli degli uomini"Perché mille anni sono ai tuoi occhi come il giorno di ieri ch’è passato, come un turno di guardia di notte.Tu li porti via come in una piena; sono come un sogno. Sono come l’erba che verdeggia la mattina; la mattina essa fiorisce e verdeggia, la sera è falciata e inaridisce.»Non avrei mai immaginato di trovarmi qui in questa veste, non lo avrei mai voluto e non lo vorrei neppure ora (se fosse possibile). Nicola mi aveva già detto che avrebbe voluto che fossi stata io a celebrare i suoi funerali, me lo diceva più spesso dopo l’ultimo intervento che aveva subito e sebbene io ci scherzassi su, mi diceva che lo aveva lasciato scritto ed infatti così è stato. Ieri mattina, ho ricevuto una telefonata, con la quale venivo informata che il mio nome era scritto in un foglio dentro una busta accompagnato dall’indicazione per presiedere il funerale. Non lo avrei mai immaginato perché io e Nicola siamo coetanei, entrambi nati nel 1948 e alla morte, vi sembrerà strano, anche alla nostra età, ci si pensa di rado; è lo spauracchio che non credenti ma anche noi credenti cerchiamo spesso di esorcizzare.Oggi che la vita media si è allungata, e si è allungata di molto, possiamo affermare che Nicola è morto giovane, e a parte il fatto che Nicola era giovane dentro, come giovane aveva sicuramente ancora tanti progetti da realizzare, tanti sogni da coronare, tra i quali quello più ambito era avere una relazione sentimentale stabile e duratura: “Mi sento troppo solo” mi diceva “Sto invecchiando e sono solo”. Nicola era cardiopatico, ma a parte ciò, era una persona ipersensibile e i dispiaceri lo segnavano pesantemente.Durante la sua vita, ne ha avuti tanti, in sessantasette anni ha sofferto in varie occasioni ma un dolore grande, grandissimo è stata la morte della sua mamma. Tutti noi siamo legati alle nostre mamme ma Nicola aveva un feeling particolare con la sua dolcissima mamma che tanti di noi hanno conosciuto. Nicola era rimasto da solo con il suo cane, un pastore tedesco che lo ha lasciato anni fa e poi una grande delusione amorosa negli ultimi mesi gli aveva inferto un duro colpo.Quanti progetti, quanti sogni! Quanto impegno metteva nel sociale e in tutto il suo mondo fatto di libri dei quali l’ultimo rimasto incompiuto, di teatro, di insegnamento a scuola (era un docente in pensione).Anche se in una maniera che per tutti noi è stata feroce, terribile, non ci sono aggettivi per descrivere ciò che è accaduto, credo che Nicola, se avesse potuto scegliere come concludere la sua vita terrena, avrebbe scelto questa, questa morte che ce lo ha strappato via all’improvviso. Nicola si è accasciato al suolo fulminato da un infarto che non gli ha lasciato scampo, nonostante i soccorsi immediati ed amorevoli, a conclusione della veglia di preghiera contro le vittime dell’omofobia e transfobia a pochi passi dal traguardo come un atleta che ha finito la corsa.Qual era il traguardo l’altro ieri sera? Era la consegna di una lettera indirizzata al Presidente Mattarella e a Matteo Renzi sottoscritta da tante e tanti per rivendicare i diritti delle persone, e sottolineo Persone con la “P” maiuscola, GLBTQ (Gay, Lesbiche, Bisex, Trans, Queer) da consegnare al Sindaco Orlando.Questa lettera che Nicola non è riuscito a leggere è stata poi letta e data brevi manu al Sindaco da Peter Ciaccio, pastore della Chiesa Valdese di Palermo.Nicola aveva paura di morire da solo, un po’ come tutti noi, ma così non è stato. Nicola è morto attorniato da sorelle e fratelli sia della Chiesa Valdese, sia di quella Cattolica; c’era il Pastore e c’era il Prete, è spirato tra gli amici, le amiche, in mezzo ai suoi, in mezzo a coloro per i diritti dei quali aveva sempre lottato strenuamente fino alla fine perché ci credeva, come ci crediamo tutti noi.Nicola non si batteva soltanto per i diritti di determinate categorie ma per tutti; non sopportava la sopraffazione e la corruzione. Ci troviamo oggi qui a concelebrare io Protestante e Don Cosimo Scordato Cattolico, entrambi Cristiani e, anche se a me non piacciono le etichette, devo ammettere che questo è un funerale ecumenico, ecumenico come lo era Nicola che frequentava sia la Chiesa Protestante che quella Cattolica, aveva due case come ha giustamente ieri ricordato Don Cosimo Scordato; Nicola aveva bisogno di sentirsi accolto ed andava dove trovava accoglienza, dove poteva condividere la sua fede nell’unico Dio anche se con percorsi diversi.Potrei dire che il funerale di Nicola c’è già stato, è stato l’altro ieri, lì sull’asfalto dove giaceva il suo corpo. Il funerale c’è già stato perché appena è arrivata la notizia del suo decesso, in molti che eravamo lì con le fiaccole che avevamo ancora in mano per la veglia, abbiamo iniziato a formare un cerchio e poi un corteo intonando ”Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla”. Un funerale a cielo aperto, un funerale improvvisato ma molto sentito.Sorelle e fratelli che cosa è la vita, se non un soffio, l’esistenza ha tutta la caducità e fragilità dell’erba che spunta al mattino e che la sera inaridisce ed è falciata, come abbiamo ascoltato durante la lettura di alcuni versetti tratti dal salmo novanta. Anche giovedì 14 maggio Nicola si era svegliato pensando sicuramente alla buona riuscita della veglia che si sarebbe svolta nel pomeriggio; quella mattina Nicola era come l’erba verde, fresca di rugiada, era pieno di entusiasmo, di speranza. Nicola pieno di gioia quando ci siamo abbracciati fugacemente in Chiesa a Casa Professa mentre era indaffarato nel dare le ultime raccomandazioni per l’organizzazione della veglia. Poi, dopo circa più di un’ora, è stato falciato, falciato come l’erba secca che inaridisce la sera. Falciato, stroncato lì sull’asfalto, esamine sotto gli occhi attoniti di noi tutti.“Polvere sei e in polvere tornerai”, sta scritto nel libro della Genesi. Siamo polvere, siamo impalpabili, come impalpabile è stato l’ultimo abbraccio tra me e Nicola. Ci dia Dio, il Signore, di raccogliere l’eredità, il testimone che ci ha lasciato il nostro fratello Nicola, un’eredità fatta di lotte, di impegno, di sete di giustizia.“Il Signore asciugherà ogni lacrima e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore perché le cose di prima sono passate”.Amen
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