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“Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite”

(Romani 12,14)

«La chiesa dovrebbe essere fatta col contributo di ciascuno di noi». Intervista a John Mc Neill

Segnaliamo l'intervista rilasciata il 6 Giugno scorso a Silvia Cerami, sull'Espresso, dal gesuita John Mc Neill, dal titolo: ‘L'amore gay, un'opera di Dio’. Mc Neill è fra i pionieri del movimento di liberazione dei diritti umani delle persone LGBT, è stato in Italia per presentare in anteprima mondiale il film documentario“Taking a Chance On God” (Scommettere su Dio). I suoi scritti hanno ispirato la nascita di Dignity, movimento che lega gli omosessuali cattolici nel mondo, ma hanno causato anche una dura reazione delle autorità della Chiesa che gli hanno impostoil silenzio. Lui non l'ha rispettato. «Non potevo accettare un documento del Vaticano che definiva l'omosessualità come un disordine oggettivo», fa notare, «perché essere dipendenti da una persona che ti dice cosa fare è un atteggiamento infantile». Nell'87 l'allora cardinaleRatzingergli ordinò il silenzio sulla questione dell'omosessualità. Non ha obbedito ed è stato espulso dall’ordine dei gesuiti. Rimandiamo alla lettura dell’intervista integrale, ne anticipiamo qua soltanto alcuni passaggi.

«Si è creata una divisione tra quello che pensa il Papa rispetto alla base cattolica, basti considerare che il 65 per cento dei cattolici americani è favorevole ai matrimoni tra omosessuali. Ogni volta che Papa Benedetto XVI ribadisce posizioni retrograde, come sulle coppie di fatto, sui preservativi e sui gay, mette una distanza con il suo popolo, invece di ascoltarlo. Il matrimonio eterosessuale è nato nel XIII secolo ed è stato introdotto per sancire la compravendita della donna, considerata inferiore all'uomo. Il matrimonio gay invece è basato su persone che si sentono alla pari. Il Papa dovrebbe capirlo. Ma soprattutto io penso che il vero capo della Chiesa sia lo Spirito Santo. Il Papa è solo il leader politico delmomento».

In cosa dovrebbe cambiare l'atteggiamento della Chiesa? «La Chiesa dovrebbe innanzitutto superare la suamisoginia. A causa della misoginia la nostra cultura è portata a far sopprimere il lato femminile e ad impedire rapporti liberi. La Chiesa dovrebbe poi prendere in maggior considerazione le Scritture. Nella cultura ebraica la mancanza di procreazioneera considerata una colpa, ma il profeta Isaia sostiene che anche gli eunuchi avranno un posto nel regno dei cieli, perché la Chiesa è una Chiesa per tutti. Il messaggio di speranza del Nuovo Testamento è davvero importante, come dimostra l'incontro tra l'apostolo Filippo e un eunuco etiope che viene battezzato e che tornato in Etiopia fonda la prima comunità cristiana fuori Gerusalemme. La Chiesa non deve guardare le persone omosessuali e dire loro cosa devono fare. La Chiesa dovrebbe essere fatta con il contributo di ciascuno di noi. Il movimento Dignity è diventato un modello, perché è basato sul messaggio della Chiesa originaria, che promuove l’inclusione».

Quanto è diffusa l'omosessualità nel clero cattolico? C'è una doppia morale della Chiesa per cui vienecondannato il disordine morale e si chiude un occhio sui preti gay che insegnano nei seminari e predicano dai pulpiti? «Ritengo ci siano molti omosessuali tra i sacerdoti […]. Essere gay non vuol dire avere relazioni omosessuali. Conosco molti sacerdoti che ne hanno avute e molti altri no. Essere omosessuale non è un peccato per la Chiesa, ma lo è solo avere relazioni sessuali. Il problema è che tu puoi essere un prete gay e non ti succede nulla, ma se sfidi e metti in dubbio gli insegnamenti della Chiesa è un problema. Inoltre, recentemente, in coincidenza con lo scandalo della pedofilia è stata presa una decisione paradossale: se sei omosessuale non puoi entrare in seminario».

C'è il rischio che si mescoli omosessualità con pedofilia? «Si, stanno mischiando le cose e lo fa soprattutto la gerarchia cattolica omosessuale che odia se stessa. Ha interiorizzato che essere omosessuale è sbagliato, ma voglio far notare che se tutti abbiamo acclarato, Chiesa compresa, che l'omosessualità è qualcosa di innato, allora Dio ci ha creato così e pensare che ha creato qualcosa di sbagliato è blasfemo».

Cosa ha scritto nella lettera che consegnerà ai leader della Congregazione Vaticana della Dottrina della Fede? «Sono venuto a Roma perché ho visto una particolare coincidenza: negli stessi giorni si celebreranno l'Europride e la Pentecoste. Lo vedo come un segno di speranza. Per la prima volta all'Europride è stata inserita ufficialmente una sezione di eventi sul tema fede e omosessualità. Nella lettera ricordo che i rapporti tra le persone dello stesso sesso possono essere buoni e frutto di un amore santo. Inoltre chiedo dialogo con la gerarchia e soprattutto che la Chiesa condanni a voce alta le violenze e le discriminazioni sofferte dalle persone LGBT. Nelle Scritture il messaggio chiave dello Spirito Santo è “Stai attento, sto facendo qualcosa di nuovo, puoi percepirlo?”. E’ questo il messaggio che deve cogliere la gerarchia».

Ma lei aveva già provato a scrivere a Giovanni Paolo II, ottenne una risposta? «Negli anni '90 ho scritto una lettera a Papa Wojtyla, scrivendo persino in italiano “Basta, basta, basta”, ma non ho avuto risposta. Ci sono migliaia di giovani omosessuali cattolici che tentano di uniformarsi all'insegnamento della Chiesa Cattolica, ma spesso scoprono che per farlo devono distruggere la propria persona. La Chiesa non può comportarsi così. Dobbiamo trovare un altro modo per arrivare a Dio. Un modo che non sia la gerarchia, e sviluppare quello che i padri della Chiesa chiamavano “l'ascolto della coscienza”. Dobbiamo ascoltare quello che Dio dice alle nostre coscienze. Lo dobbiamo fare direttamente, perché essere dipendenti da una persona che ti dice cosa fare è un atteggiamento infantile».

John Mc Neill

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Sabato 10 Novembre

dalle 16:00 alle 18:00

Laboratorio di lettura consapevole e scrittura creativa

VEGLIA PER IL SUPERAMENTO DELL'OMOFOBIA E DELLA TRANSFOBIA

17 MAGGIO 2018

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