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“Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite”

(Romani 12,14)

Lectio Divina sull'Inno all'Amore (1 Cor 13) della Comunità Kairòs di Palermo


Lo scorso 30 novembre, nella Chiesa di San Francesco Saverio all'Albergheria di Palermo, Alessandra della Comunità Kairòs ha tenuto una Lectio Divina sul brano della Prima Lettera ai Corinzi 13, 1-13 su invito del Gruppo Ali d'Aquila.

1 CORINZI 13, 1-13


1 Quand'anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho amore, divento un bronzo risonante o uno squillante cembalo.


2 E se anche avessi il dono di profezia, intendessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede da trasportare i monti, ma non ho amore, non sono nulla.


3 E se spendessi tutte le mie facoltà per nutrire i poveri e dessi il mio corpo per essere arso, ma non ho amore, tutto questo niente mi giova.


4 L'amore è paziente, è benigno; l'amore non invidia, non si mette in mostra, non si gonfia,


5 non si comporta in modo indecoroso, non cerca le cose proprie, non si irrita, non sospetta il male;


6 non si rallegra dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità,


7 tollera ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.


8 L'amore non viene mai meno, ma le profezie saranno abolite, le lingue cesseranno e la conoscenza sarà abolita


9 perché conosciamo in parte e profetizziamo in parte.


10 Ma quando sarà venuta la perfezione, allora quello che è solo parziale sarà abolito.


11 Quand'ero bambino, parlavo come un bambino, avevo il senno di un bambino, ragionavo come un bambino; quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino.


12 Ora infatti vediamo come per mezzo di uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò proprio come sono stato conosciuto.


13 Ora dunque queste tre cose rimangono: fede, speranza e amore; ma la più grande di esse è l'amore.


LECTIO DIVINA

Se la nostra fede si basa su Cristo, allora si basa sull'amore che tutto scusa, che non giudica, che perdona, che sopporta. E ciò non per equilibrismi della volontà (che finiscono, spesso, per avere esiti letali), ma per una nostra radicale adesione a Cristo il quale, con la sua vita, ci ha insegnato la nostra stessa vita, ci ha insegnato la nostra umanità e lo ha fatto attraverso l'amore. Siamo dunque chiamati innanzitutto all'agape, perché siamo chiamati alla relazione con gli uomini, alla fraternità.

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Sabato 10 Novembre

dalle 16:00 alle 18:00

Laboratorio di lettura consapevole e scrittura creativa

VEGLIA PER IL SUPERAMENTO DELL'OMOFOBIA E DELLA TRANSFOBIA

17 MAGGIO 2018

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