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“Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite”

(Romani 12,14)

Perché serve una legge contro l'omofobia e la transfobia - da un fratello di Nuova Proposta


A proposito del dibattito sulla legge (in discussione in commissione parlamentare) contro l'omofobia e la transfobia, sento l'esigenza, a beneficio di chi leggerà questa nota, di fornire qualche spunto di riflessione e chiarimento.

Parto da una premessa: dal 1993 è in vigore la cosiddetta legge Mancino (“Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa”), dal nome dell'allora Ministro dell'Interno che ne fu proponente (il democristiano Nicola Mancino).

Che cosa prevede questa legge? Condanna (salvo che il fatto non costituisca più grave reato) gesti, azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista, e aventi per scopo l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici religiosi o nazionali. La legge punisce anche l'utilizzo di simbologie legate a suddetti movimenti politici.

Faccio due esempi recentissimi per farvi capire:

  1. la consigliera municipale della Lega Nord Dolores Valandro è stata recentemente condannata in primo grado per aver violato la legge Mancino. Cosa aveva fatto? Dalla sua pagina Facebook scriveva, infatti, riferendosi al Ministro Kyenge: «Ma mai nessuno che se la stupri, così tanto per capire cosa può provare la vittima di questo efferato reato? Vergogna». L'accusa (e la relativa condanna) è stata di «aver istigato a commettere violenza sessuale per motivi razziali". Ecco qui a cosa e come viene applicata la legge Mancino.

  2. Il Vice- Presidente del Senato Calderoli, sempre riferendosi al Ministro Kyenge, le dà dell’“orango” in un comizio davanti a 1500 persone. Anche in questo caso rischia l'incriminazione per “propaganda di idee fondate sull'odio razziale” per violazione dell'art. 3 della Legge Mancino.

Credo ora sia più chiaro a cosa serva e come si applichi.

Come vedete, la legge Mancino, tuttavia, si applica a 3 specifiche discriminazioni: razziale, etnica e religiosa.

Esistono tuttavia, discriminazioni che in questo momento non sono protette: quelle per orientamento affettivo (che, in altri termini potremmo definire generate dall’“omofobia”) e per identità di genere (generate dalla “transfobia”).

Faccio un altro esempio per chiarire: se, al posto del Ministro Kyenge, ci fosse stato l'on.le Nichi Vendola (speriamo non si risenta di essere tirato in ballo) e egli fosse stato apostrofato pubblicamente da un collega con “Brutto frocio! Vattene con i tuoi simili”, o “Perché nessuno gli ficca una scopa in culo, tanto gli piace!”, in questo caso la legge Mancino non potrebbe essere applicata. Non prevede, infatti, la discriminazione per odio omofobico.

Detto questo, una persona ragionevole si chiederebbe: che ci vuole a modificare la legge e ad inserire anche queste ulteriori forme di odio? Sembrerebbe facile! E invece no!

Alla camera è in discussione un disegno di legge che vorrebbe operare in tal senso, a firma dell'On.le Ivan Scalfarotto del PD e dall'On.le Leone del PDL.

Questo disegno di legge, al momento, è estremamente osteggiato dalla pressione soprattutto derivante da una parte del mondo cattolico. Non parlo delle persone comuni. No, loro non credo ci pensino. Parlo di alcuni raffinati intellettuali cattolici e di alcuni rappresentanti della gerarchia dell'organizzazione cattolica.

Ed infatti, il disegno di legge (linearissimo) si vede ostacolato da circa 200 emendamenti, presentati da un gruppo di parlamentari soprattuto del PDL e del centro destra in genere, e rischia di morire affossato.

Cosa temono le persone che vogliono ostacolare questo disegno di legge?

Temono (ed hanno ragione in questo senso) di non poter più impunemente affermare pubblicamente certe tesi, a pena di vedersi accusati di violazione della legge Mancino, qualora venisse estesa.

Qualche esempio?

Non si potrebbe più dire che “l'omosessualità è una malattia e in quanto tale vanno proposte delle cure riparative” (vedi quello che propaganda il Gruppo Lot).

Non si potrebbe dire che “gli omosessuali sono la rovina della società e provocano storicamente la decadenza della stessa” (vedi questo post che, tra l'altro, recita “La diffusione dell'omosessualita’ in Occidente e gli sforzi per la diffusione di questa anomalia nelle societa’ orientale e soprattutto nei paesi musulmani, deve essere studiata nella struttura della decadenza morale nell'Occidente.”.

Queste paure non possono essere giustificate, né ascoltate. Sarebbe come se ascoltassimo un membro di un'associazione razzista sostenere che non si doveva promulgare la legge Mancino perché “così non si può più sostenere che i neri sono una razza inferiore”.

Tuttavia queste paure stanno generando un'organizzato tam tam mediatico e una parallela pressione politica (vedi i 200 emendamenti). Ad esempio: sabato 13 luglio Alleanza cattolica, fedele al triplice motto “Dio, famiglia, proprietà”, ha pubblicato sul quotidiano Libero il suo manifesto su “unioni di fatto e omofobia” in cinque punti. Già diffuso in realtà dallo scorso mese, il testo recita espressamente al punto 3: “Le proposte anti-omofobia mettono in pericolo la libertà di espressione e di religione” e paventa il rischio di procedimenti penali “a fronte di qualsiasi giudizio critico, sul piano scientifico, etico ed educativo, di determinati orientamenti sessuali; o di qualsiasi dottrina religiosa, o espressione educativa, che sostenga la contrarietà al diritto naturale degli orientamenti sessuali diversi da quello eterosessuale”.

E come Alleanza Cattolica, molte altre realtà e singoli individui.

Spesso queste tesi vengono altresì giustificate paventando un “attentato alla libera opinione”.

Chiariamo anche questo punto: la legge Mancino non vieta l'opinione. In altre parole: se uno vuole pensare che i neri sono inferiori, può farlo e non sarà punito per questo (magari, e giustamente per me, riceverà la riprovazione di chi viene a conoscenza di questo pensiero).

La legge vieta quando questo pensiero, questa opinione diventano istigazione alla discriminazione o violenza diretta operata ai danni di chi è soggetto a questo odio.

E voglio anche vedere se non dovrebbe essere così!

Spesso si dice anche che “gli omosessuali in Italia non sono perseguitati! Mica finiscono al patibolo come in Iran, o presi a picconate come in Uganda!”.

Anche qui, ricordo che essere discriminati non è solo essere preso a picconate o condannato a morte. E’ anche, e molto spesso, essere oggetto di odio, emarginazione, doversi nascondere perché si teme l'opinione circostante.

Inoltre, neanche le persone di colore in Italia (meno male!) sono prese a picconate o recluse per la loro razza. La consigliera leghista, condannata per la violazione della legge Mancino, non ha pestato il Ministro Kyenge, né l'ha uccisa. Ha, con le sue dichiarazioni “pubbliche”, istigato all'odio razziale. E per questo è stata condannata. Punto.

Facciamo un parallelo. Spesso, e aggiungo arcigiustamente, il mondo cattolico lamenta le persecuzioni di cui sono oggetto i cristiani nei paesi musulmani, spesso fino ad essere uccisi.

Tornando in Italia, questo tipo di odio, per motivi religiosi, benché nessuno venga “recluso o ucciso a causa della sua religione”, è specificamente tutelato dalla Legge Mancino, anche per proteggere delle fattispecie simili, per natura, alle rivendicazioni del diritto alla sicurezza dei cristiani nei paesi musulmani.

E allora, perché è così difficile per certa parte del mondo cattolico italiano capire come potrebbero vivere meglio le persone omosessuali e transessuali se i reati di discriminazione per odio omofobico e transfobico venissero puniti, come quelli per odio razziale, etnico e religioso?

Temo che la domanda non troverà risposta, almeno nel breve periodo.

Buona vita a tutti!

Andrea Rubera*

(*un cristiano impegnato nell'associazione Nuova Proposta - donne e uomini omosessuali cristiani)

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