RICONCILIAZIONE CON SE STESSI
- Gruppo Ali d'Aquila
- 20 dic 2010
- Tempo di lettura: 5 min
Il primo e nello stesso tempo il più difficile compito della nostra «umanizzazione» consiste nel riconciliarci con noi stessi. La condizione per realizzare questo compito è la fiducia di essere accolti da Dio incondizionatamente. La pacificazione con me stesso è anzitutto riconciliazione con la mia storia. Non posso far finta che le mie ferite non siano avvenute. Molte persone rimangono per tutta la vita dei querelanti. Rifiutano di prendersi la responsabilità della propria vita. Ma in questo modo non riescono mai a trovare la pace con se stessi. Preferiscono soffrire invece di rappacificarsi con se stessi e con la storia della propria vita.
Fa parte della riconciliazione con la propria storia di vita anche la riconciliazione con il proprio corpo, così come esso è diventato. Siamo così fortemente condizionati dalle immagini esterne di come dovrebbe essere il nostro corpo, che respingiamo noi stessi come siamo realmente cresciuti. Non riusciamo ad accettare il nostro volto, perché troppo banale, non abbastanza bello, non corrisponde ai canoni attuali della bellezza. Ci arrabbiamo perché siamo troppo grassi o troppo magri, preferendo di non mostrarci mai così come siamo. Talvolta questo odio verso il proprio corpo si manifesta nell’anoressia o nella bulimia. Ci vuole un amore umile per il proprio corpo. Devo coscientemente accettarlo volentieri, affinché la mia anima vi si senta a suo agio.
Ancora più difficile è riconciliarsi con le nostre colpe. Possiamo perdonarci solo perché Dio ci ha perdonato. Molti affermano di credere nel perdono da parte di Dio, ma continuano rinfacciarsi di aver fatto questo o quell’errore. Non riescono a perdonare se stessi per il fatto di aver commesso certe cose. Spesso i sensi di colpa li dilaniano anche su cose di cui non hanno colpa alcuna. Far pace con i propri sbagli e con i sensi di colpa richiede che mi distacchi dall’illusione di essere perfetto, di poter andare in giro per tutta la vita con una veste candida. Che lo voglia o no, mi macchio di qualche colpa. Dobbiamo per forza ricorrere al perdono di Dio, per poter perdonare a noi stessi. Ma spesso in noi c’è un giudice spietato che continuamente ci giudica quando non obbediamo alle norme che abbiamo appreso dai nostri genitori. Accettazione e riconciliazione significa gettare giù dal trono questo giudice spietato e credere alla misericordia di Dio. Su questo punto ci può aiutare la meditazione sulle parole della Prima Lettera di Giovanni: “Se anche il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa” (1Giovanni 3,20).
La riconciliazione con me stesso non avviene mai una volta per sempre. È un processo che dura per tutta la vita: in me scopro continuamente aspetti che non riesco ad accettare bene. Quindi sono di nuovo sfidato a dire di sì a quello che vorrei ben volentieri far finta di non vedere. Si richiede una grande umiltà per guardare i propri lati oscuri e metterli davanti a Dio, perché disturbano l’immagine di noi stessi che ci siamo costruiti e perché ci mettono a confronto con la nostra vera realtà. Ma è la verità che ci farà liberi, come Gesù ci ha già promesso (Giovanni 8,32).
PREGHIERA
Padre amorevole, voglio perdonare me stesso, perché tu hai perdonato me. Mi voglio riappacificare con la storia della mia vita e perdonarmi per come sono andate le cose… Voglio accettarmi per quello che sono, perché tu Signore, mi hai pensato, voluto e amato così come sono. Con la mia omosessualità, con il mio essere lesbica, gay, bisessuale, transessuale. Mi riconcilio con il mio corpo e con il mio spirito, perché io sono un prodigio, sono stato creato a tua immagine e somiglianza. Perdono me stesso, per aver pensato che il provare attrazione fisica e affettiva nei confronti di una persona del mio stesso sesso fosse un male, una malattia, un peccato. Perdono me stesso, perché non riesco a vivere una relazione autentica con l’altro e non mi faccio conoscere per quello che sono veramente. Mi perdono di non essere perfetto, mi accetto così come sono e smetto di essere il giudice di me stesso ed il mio peggior nemico. Io oggi lascio perdere tutte le cose che ho in sospeso contro di me, mi libero dalla schiavitù e faccio pace con me stesso, per la potenza dello Spirito Santo.
Riconciliazione con Dio
La riconciliazione parte da Dio. Ma anch’io devo riconciliarmi con Dio. Spesso in me c’è una ribellione contro di lui. Non gli posso perdonare di avermi creato così come sono. Non gli posso perdonare che mi abbia destinato un genere di vita come quello che ho, di non avermi preservato dai miei errori e colpe. E così anch’io devo perdonare Dio che mi ha posto nella difficile situazione che mi tocca affrontare. In definitiva, la riconciliazione con Dio richiede che mi liberi dalle false immagini di Dio e di me stesso, per affidarmi al mistero inafferrabile di Dio. Allora potrò sperimentare la vera pace, la vera accettazione di sé, la vera riconciliazione con lui.
PREGHIERA
O Dio, mio Creatore e Padre, ti voglio perdonare con tutto il cuore, per come Tu hai condotto la mia vita. Ti perdono le sofferenze fisiche e morali che hai permesso mentre prendevo coscienza della mia omosessualità. Ti perdono le malattie e le disgrazie che mi sono capitate. Ti perdono il dolore per la perdita di persone care e per le difficoltà economiche. Ti perdono tutto di cuore. Ma, Padre, sono io che Ti devo chiedere perdono, anche di questo: che ho pensato che Tu mandavi la morte, le sofferenze, le difficoltà economiche, i castighi, le malattie, le disgrazie nella mia famiglia. Liberami da tutti i risentimenti e le angosce che ho avuto nei tuoi confronti, causate dalle false immagini che ho avuto di te. Purifica la mia mente e il mio cuore, perché possa credere e sentire che Tu sei sempre amore e misericordia, che tutte le tue vie sono vie di verità, di grazia, di amore e che Tu fai cooperare tutto al mio vero bene.Padre, perdonami.
Riconciliazione e guarigione
La riconciliazione con se stessi e con Dio sono un percorso importante per giungere alla piena accettazione di sé. Riconciliarsi con se stessi non significa che Dio ci toglie e fa sparire le nostre piaghe, bensì che noi apriamo le nostre piaghe per Dio e in lui diventiamo sani e integri. Le piaghe fanno parte della nostra identità, non ci separano né da Dio né dal nostro vero Sé. Al contrario aprono in noi una breccia che ci fa scoprire il nostro vero Sé, l’immagine originaria e autentica di Dio in noi. Chi si riconcilia con se stesso, con gli uomini e con Dio, sente di essere una persona nuova. Paolo lo ha formulato così: “Se uno è in Cristo, è una creatura nuova: le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove” (2Corinzi 5,17). Chi si riconcilia con se stesso, vive se stesso in modo diverso da prima. Non vive più sul piano del rifiuto o della estraniazione da sé, bensì come una persona unificata nel proprio intimo, rinnovata, riconciliata e capace di donare riconciliazione agli altri.
(riflessione di Roberto)

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