Una mail da una nostra sostenitrice: "Portatori sani dell'autentica buona novella".
- Gruppo Ali d'Aquila
- 24 mag 2010
- Tempo di lettura: 2 min
Mail di Preziosa del 21 maggio 2010

Cari e care del gruppo ali d'aquila,
frequento anch'io la comunità di San Saverio e conosco personalmente alcuni di voi. Anche quest'anno ho partecipato alla veglia contro l'omofobia che avete saputo organizzare fra mille difficoltà.
Scrivo principalmente per ringraziarvi, per esprimervi tutta la mia stima e ammirazione. L'esistenza di un gruppo come il vostro all'interno della Chiesa è per tutti i cristiani ( e non solo) un segnale tangibile di speranza e ricchezza. Siete veramente quel “segno di contraddizione” che il Vangelo ci esorta ad essere: portatori sani dell'autentica buona novella.
Proprio per questo desidero anche incoraggiarvi ad andare avanti, a non arrendervi difronte alle piccole e grandi sfide che vi si presenteranno. E se me lo consentite vorrei anche condividere con voi una riflessione che mi è nata in questi giorni, dopo la veglia. Tutti i grandi traguardi si raggiungono gradualmente, tappa dopo tappa, partendo sempre da se stessi.
Il progetto ambizioso è cambiare il contesto sociale, culturale, religioso in cui nasce l'omofobia, e questo è un desiderio sacrosanto. Ma si tratta pur sempre di una lotta ìmpari, fatta da singole persone (anche se costituitre in gruppo) contro un macrocosmo enorme e strutturato. E allora mi domando se non sia più efficace ( e più logico) partire da quei microcosmi che poi di fatto costituiscono il “Sistema”: ovvero le famiglie. Posso immaginare che per alcuni di voi probabilmente è proprio questa la battaglia più dura. Posso solo immaginarlo, per l'appunto, e di tale difficoltà non posso che provare il massimo rispetto. Però mi sentivo di dire questa cosa: aspettare che cambi il mondo “esterno” affinchè risulti più facile cambiare quello “interno” rischia di diventare un circolo senza via d'uscita. Certo, se la società cambiasse, se il clima culturale e religioso fosse meno omofobo, sarebbe molto più semplice affrontare i conflitti con le famiglie. Ma chi dovrebbero essere gli operatori di questo cambiamento sociale, se non proprio voi e le vostre famiglie, magari riunite come voi per sentirsi meno isolate?
Partire da se stessi: questa è davvero una legge universale a cui non ci si può sottrarre, secondo me. E voi avete tutta la fede (che poi non è altro che consapevolezza) necessari a spostare le montagne!
Io osservo il vostro cammino con partecipazione e grandissimo affetto. E vi assicuro la mia preghiera…
Preziosa
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